Gli obiettivi sociali
L'Agenda e la società
Tra le priorità dell’Agenda 2030 figurano gli obiettivi sociali, che costituiscono le fondamenta su cui poggia l'intero programma di sviluppo sostenibile. La povertà (Goal 1), la fame (Goal 2), la salute (Goal 3), l'istruzione (Goal 4) e l'uguaglianza di genere (Goal 5) rappresentano infatti i temi fondamentali per il raggiungimento di un reale “benessere globale”. Non a caso, sono i primi cinque obiettivi dell’Agenda.
La dimensione sociale è la cartina al tornasole dello sviluppo umano. Infatti il grado di benessere di una comunità, piccola o grande che sia, non è solamente una questione economica, ma comporta l'affermazione dei diritti nell'ambito della sicurezza alimentare, sanitaria, culturale, e nella parità di genere.
Goal 1 - Sconfiggere la povertà
L'impegno nella lotta alla povertà ha portato, a livello globale, a risultati significativi. Se la tendenza è generalmente positiva, va sottolineato il fatto che oggi i casi di povertà estrema sono legati anche a eventi che in passato non si verificavano con l'intensità attuale. In particolare i cambiamenti climatici possono incidere sui sistemi di vita peggiorando principalmente l'accesso alla nutrizione, alle cure mediche, all'istruzione.
Il Goal 1 in Italia ha registrato miglioramenti per gran parte degli indicatori. Per il nostro Paese e l'Europa, questo Goal, oltre che per la povertà assoluta (meno di 2,15 dollari al giorno), va analizzato nella prospettiva della cosiddetta "povertà multidimensionale" (rischio di povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità lavorativa) e dell’accesso ai bisogni di base (abitazione, cure mediche, trasporti, energia, acqua ecc.).
La povertà assoluta si è aggravata negli ultimi anni e nel 2023 ha colpito l'8,5% delle famiglie italiane e il 9,8% degli individui (mentre nel 2018 le percentuali erano rispettivamente 7% e 8,4%): una quota che corrisponde a ben 5,7 milioni di persone. La tendenza storica è preoccupante, se si pensa che nel 2010 soltanto il 4,2% della popolazione viveva in povertà assoluta. Il dato riguardante il rischio di povertà ed esclusione sociale è altrettanto sconfortante (24,4%), un dato superiore alla media europea (21,7%).
L'indicatore ASviS
Nel decennio 2010-2019 l'indicatore ASviS registra un andamento oscillante: dopo una fase di costante peggioramento dell'indice, dal 2016 si osserva una tendenza positiva legata anche al calo dei casi di povertà assoluta. Il 2020, a causa della crisi pandemica, ha inaugurato una nuova fase depressiva con la riduzione del reddito delle famiglie e la netta caduta del PIL. Tra gli aspetti critici, è da segnalare la difformità nella diffusione geografica della popolazione a rischio di povertà: quasi la metà (44,4%) nel Mezzogiorno, il 18,8% al Nord. Nell'ultimo biennio si è assistito a un lento, e insoddisfacente, miglioramento.
BUONE NOTIZIE. Pur non risolvendo la questione alla radice, le iniziative e i decreti governativi degli ultimi anni (sostegno all'occupazione, cassa integrazione, bonus economici ecc...) hanno avuto un notevole impatto positivo sul Goal 1.
CATTIVE NOTIZIE. In Italia si registrano forti disparità generazionali: per gli under 17 l’incidenza della povertà assoluta è dell’11,4%, rispetto al 4,8% degli over 65.
Goal 2 - Sconfiggere la fame
Questo obiettivo dell'Agenda 2030 è volto a garantire a tutti un’alimentazione sufficiente, sana e nutriente. Oltre agli aspetti nutrizionali e all'accesso alle fonti di cibo, nel Goal 2 rientrano anche gli interventi a favore di un'agricoltura sostenibile.
Il Goal 2 in Italia riguarda non solo gli aspetti inerenti alla sicurezza alimentare e alla lotta alle cattive abitudini alimentari, ma anche le iniziative a sostegno dello sviluppo rurale e della promozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale. Gli indicatori sono generalmente buoni, basti pensare, per esempio, che solo l’1,3% delle famiglie italiane è coinvolta in casi di insicurezza alimentare, cioè di impossibilità economica ad acquistare cibo. E nemmeno si presentano fenomeni rilevanti di denutrizione o di arresto nella crescita infantile.
Alcuni aspetti, però, tradiscono difetti tipici dei Paesi con economie evolute: in primo luogo l'eccesso di peso. InItalia nel 2021 i bambini e gli adolescenti affetti da obesità o sovrappeso rappresentavano ben il il 33,3% nella classe 3-5 anni e il 27% nella classe 3-17 anni.
In campo agricolo si registrano gli effetti positivi di un orientamento all’agricoltura biologica, che occupa il 18,7% della superficie agricola utilizzata in Italia (circa 2,2 milioni di ettari). Questo dato è tra i più alti dei Paesi UE (dopo Francia e Spagna) ed è aumentato di oltre il 75% dal 2010. Un passo nella direzione giusta, ancora più necessaria in tempi di crisi climatica globale.
L'indicatore ASviS
L'andamento dell'indice ASviS si è stabilizzato negli ultimi anni, dopo la crescita registrata fino al 2015. Questo andamento è dovuto alla presenza di tendenze di segno contrapposto: a fronte di un'estensione delle coltivazioni biologiche, va segnalato un peggioramento negli indicatori relativi alla sana alimentazione. In prospettiva futura (post pandemica) risulta urgente ripensare in modo complessivo e sistematico i modelli di produzione agricola e promuovere l'educazione dei consumatori alla scelta di un’alimentazione sana.
BUONE NOTIZIE. Le emissioni di ammoniaca di origine agricola (soprattutto allevamenti di bestiame) sono diminuite del 23% nel 2018 e tra il 1990 e il 2020 le stesse emissioni si sono ridotte del 24%.
CATTIVE NOTIZIE. La popolazione che consuma quotidianamente almeno quattro porzioni di frutta e/o verdura (paradigma della "buona alimentazione") nel 2019 era il 17,7% della popolazione (rispetto al 20% del 2010): è il valore peggiore dell'ultimo decennio.
Goal 3 - Salute e benessere
Il Goal 3 è un obiettivo a largo spettro che comprende diversi ambiti di intervento: riduzione della mortalità materno-infantile, contrasto delle epidemie e delle malattie trasmissibili, promozione di buone condizioni igieniche, cura del benessere fisico e mentale, prevenzione medica. Ogni ambito rappresenta una tessera del "benessere" individuale e collettivo.
In questo quadro già di per sé complesso e articolato, la comparsa della pandemia di COVID-19 ha rappresentato una sfida estrema innanzitutto in campo medico-sanitario. La consistenza e la persistenza dei contagi e dei decessi a livello globale ha stimolato un'eccezionale collaborazione internazionale per la produzione dei vaccini e la messa in sicurezza di tutta la popolazione. Rimangono però ancora da definire meglio le conseguenze patologiche del virus nonché le armi per sconfiggerlo definitivamente.
Il Goal 3 in Italia ottiene in generale buoni risultati per i prinicpali macro-indicatori dell'Agenda 2030: tasso di mortalità materno-infantile, aspettativa di vita alla nascita, copertura delle vaccinazioni (per esempio, il vaccino per il morbillo ha raggiunto il 92% dei nati nel 2022). Nel nostro Paese, però, il sistema sanitario è impegnato ad affrontare fenomeni tipici del mondo occidentale: il costante invecchiamento della popolazione, la diffusione delle patologie croniche, il contrasto a fenomeni e comportamenti poco salutari come l'eccesso di peso e il consumo di alcol.
Oltre a questo, l'Italia conosce un sistema sanitario (pubblico e privato) sempre più a corrente alternata, con punte di eccellenza, anche a livello internazionale, accanto a situazioni di inefficienza operativa, incompetenza professionale e degrado strutturale.
L'indicatore ASviS
Nel decennio 2010-2019 l'andamento dell'indice ASviS è stato generalmente in crescita. È infatti aumentata la speranza di vita in buona salute alla nascita, sono diminuiti i feriti per incidenti stradali, si sono ridotti alcuni comportamenti a rischio (consumo di alcol e fumo).
Gli aspetti positivi non possono però nascondere le situazioni critiche, in primo luogo il grado di efficienza del sistema sanitario che, soprattutto in alcune aree geografiche, è particolarmente carente. Altri punti deboli sono stati evidenziati dall'impatto della pandemia di Covid-19: la diminuzione del numero di posti letto,un dato che ha visto una flessione importante (oltre il 14%) nell’arco del decennio considerato; le carenze della medicina territorialein termini di prevenzione, assistenza a domicilio, monitoraggio epidemiologico; lo scarso impegno nella prevenzione nell'alimentazione, nei posti di lavoro, nelle scuole; infine, la mancata consapevolezza della connessione tra malattie infettive e degrado ambientale, necessaria per attuare politiche di prevenzione della diffusione di malattie infettive a potenziale pandemico.
BUONE NOTIZIE. In Italia la speranza di vita in buona salute alla nascita è di 58,6 anni, mentre 83 sono gli anni attesi
di vita totali: un aumento di quasi 1 anno rispetto al 2010. La speranza di vita alla nascita nel 2022 è stimata in 80,5 anni per gli uomini e in 84,8 anni per le donne.
CATTIVE NOTIZIE. In Italia la popolazione adulta in sovrappeso rappresenta oltre il 46% del totale. La concentrazione geografica maggiore è nelle regioni del Sud (49,3%), mentre la diffusione aumenta tra i maschi (53,9%) e gli anziani (60,9% degli individui tra i 65 e i 74 anni).
Goal 4 - Istruzione di qualità
L'attuazione di uno sviluppo sostenibile passa anche attraverso l'istruzione di qualità, equa e inclusiva. Il mondo della scuola e della formazione, infatti, è un crovecia di aspetti rilevanti per il benessere globale dell'uomo e per l'affermazione dei suoi diritti personali. Oltre alla qualità dell'istruzione impartita, questo Goal prende in considerazione anche il possesso delle competenze utili a entrare nel mondo lavorativo, il grado di integrazione sociale e di parità di genere. Significativo è anche lo stato delle strutture scolastiche: gli ambienti in cui i giovani si formano, infatti, devono essere funzionali e aperti alle esigenze di tutti.
Il Goal 4 in Italia valuta sostanzialmente il percorso formativo attraverso i diversi gradi di istruzione, concentrandosi in particolare sulle competenze in lettura, matematica, scienze. In questi tre ambiti, gli studenti italiani nel 2023 hanno riportato risultati soddisfacenti nell’ambito della lettura e delle scienze (più o meno nella media dei Paesi dell’OCSE e in linea con i risultati degli anni precedenti), e deludenti invece in matematica (in linea con la media OCSE ma inferiore di 15 punti rispetto ai risultati del 2018). Questi dati sono in calo dal 2015.
I percorsi formativi risultano performanti, in termini di iscrizioni, per il grado primario, mentre si segnalano carenze nell'ambito della formazione terziaria: solo il 27,4% dei giovani di 30-34 anni possiede una laurea o titolo terziario, uno dei dati più bassi dell'intera Europa (dove la media è del 40%). Anche la formazione degli adulti fa registrare livelli abbastanza bassi, soprattutto se confrontati con quelli del Nord Europa.
La digitalizzazione è un processo che ha interessato in anni recenti anche il mondo dell'istruzione e della formazione, con un'impennata in occasione della crisi pandemica. Le esperienze di didattica digitale a distanza hanno sicuramente sopperito all'interruzione dell'offerta formativa e hanno comportato un radicale ripensamento dei metodi di apprendimento e delle relazioni formative, con conseguenze ancora difficili da valutare nel loro complesso.
Da segnalare invece come punto di forza del sistema scolastico italiano la qualità dell'istruzione inclusiva, in particolare per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES), che nel nostro Paese hanno buone possibilità di apprendere e di inserirsi nel mondo dell’istruzione.
L'indicatore ASviS
In relazione al raggiungimento del Goal 4 in Italia, si documenta un significativo miglioramento in tutte le aree del Paese, anche se con una penalizzazione del Mezzogiorno. L'andamento positivo è registrato soprattutto tra il 2010 e il 2019, grazie all’aumento dei laureati (+7,8%) e a una certa riduzione dell’uscita dal sistema di istruzione e formazione (-5,0%).
Con la pandemia di COVID-19 la tendenza si è invertita e nel biennio 2020-2021 si sono rilevate significative riduzioni nelle competenze in matematica e in italiano. Il post-pandemia ha dato un forte impulso alla formazione a distanza e in generale a una ripresa dei livelli di istruzione pre-COVID.
Nel quadro italiano dell’istruzione, però, il dato più preoccupante è legato all’aumento della quota di dispersione scolastica e all’innalzamento del tasso di abbandono scolastico. Anche in questo caso sono significativi i divari territoriali: nel Mezzogiorno l’uscita dal sistema di formazione obbligatoria si attesta sul 18,5% rispetto alla media italiana del 14% (anch’essa in crescita).
BUONE NOTIZIE. Secondo i dati del MIUR e dell'organizzazione indipendente European Agency, risulta che in Italia, nella scuola primaria e secondaria, il 99% dei bambini con bisogni educativi speciali (BES) è ben inserito nel sistema scolastico.
CATTIVE NOTIZIE. Per la competenza scientifica, la percentuale di low performer (livelli minimi di competenza) raggiunge il 29,6%, un dato peggiore della media europea (27,7%).
Goal 5 - Parità di genere
La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma rappresenta anche una delle condizioni necessarie per la costruzione di una società giusta e pacifica. Nonostante ci siano stati significativi progressi, la discriminazione di genere nell'accesso alle risorse e nella partecipazione alla vita sociale e isituzionale è ancora presente, e sfocia troppo spesso in forme di violenza.
Il Goal 5 in Italia registra qualche punto a favore, ma deve ancora affrontare sfide importanti. Secondo il rapporto dell'EIGE (Istituto europeo per l’uguaglianza di genere), in base all'Indice sull’uguaglianza di genere il nostro Paese è al 13° posto nell’Unione Europea (con un punteggio di 68,2 punti su 100). È un valore ancora basso (2 punti inferiore rispetto alla media europea del 70,2) che però è aumentato rispetto al 2013 di ben 14,9 punti, e interessa l'inserimento nel mondo del lavoro e la partecipazione ai processi decisionali.
I dati sulla violenza contro le donne sono significativi: gli omicidi nel 2020 sono in leggero calo (120 donne, con una diminuzione del 6%). Nel 2018, in Italia erano stati commessi 133 omicidi di donne (10 in più rispetto al 2017), ma nel 2019 ne sono stati registrati ben 161. Il numero dei femminicidi, però, al di là del puro dato, rimanda a una realtà più complessa e talvolta drammatica, fatta di disagio sociale e di soprusi fisici e psicologici, spesso non denunciato e non registrato dalle statistiche.
L'indicatore ASviS
L'indicatore ASviS per il Goal 5 fotografa una situazione finora in leggero ma costante miglioramento. Oltre alla crescita di una consapevolezza collettiva dell'empowerment femminile, è aumentata in particolare la percentuale di donne presenti nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e negli organi decisionali.
Il tasso di occupazione femminile (nella fascia 20-64 anni) nel 2023 è cresciuto rispetto all'anno precedente (+2,9%) toccando quota 55%%, ma è ancora inferiore rispetto alla media europea (69,3%).
Questa tendenza riguarda anche la partecipazione femminile agli organi decisionali (in particolare nei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa), anche se persistono ancora ampi divari di genere nelle retribuzioni.
BUONE NOTIZIE. Nel periodo 2008-2019 la percentuale di donne presenti in Parlamento è aumentata di oltre 10 punti percentuali, anche se nel 2024 sono solamente il 33,6% e complessivamente le donne nelle istituzioni italiane rappresentano solo il 27,9% del totale.
CATTIVE NOTIZIE. Lo svantaggio delle donne occupate con figli rispetto a quelle senza figli è di circa 19,1 punti
percentuali.