4 - Istruzione di qualità
Istruzione, a che punto siamo?
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ha stabilito come Goal 4 l’istruzione di qualità. Questo obiettivo intende garantire a tutti una formazione scolastica di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento permanente. L’istruzione contribuisce in maniera determinante alla realizzazione di sé ed è strettamente collegata al livello sociale ed economico raggiunto. L’apprendimento e la crescita intellettuale rappresentano un investimento strategico nella costruzione di una società più sostenibile e giusta per tutti gli uomini.
L’ONU, nella sua attività di monitoraggio dei progressi compiuti riguardo al Goal 4, rileva che negli ultimi decenni sono stati compiuti importanti passi verso il raggiungimento dell’obiettivo, sia in termini di accesso all’istruzione sia nella prospettiva della partecipazione effettiva ai percorsi di apprendimento.
Se ampliamo a ritroso il nostro sguardo, possiamo constatare come l'umanità abbia ridotto nel corso degli ultimi due secoli il tasso di analfabetismo. Nel grafico viene mostrato il rapporto negli anni tra popolazione mondiale analfabeta e quella alfabetizzata (la percentuale di persone di 15 anni e oltre che sanno leggere e scrivere).
La frenata della pandemia
I dati più recenti, però, non sono del tutto confortanti. In particolare è stata la pandemia di COVID-19 ad aggravare la crisi dell'istruzione, provocando prolungate e dannose interruzioni dei sistemi educativi in tutto il mondo. La chiusura delle scuole ha avuto conseguenze preoccupanti per l'apprendimento e il benessere dei bambini, soprattutto per le bambine e per i soggetti svantaggiati, per esempio i bambini con disabilità, gli abitanti delle zone rurali e le minoranze etniche.
Nel periodo pandemico 147 milioni di bambini hanno perso più della metà delle lezioni in presenza e si stima che 84 milioni di ragazzi e ragazze in età scolare (dalla scuola primaria all'università) hanno smesso o smetteranno nel breve periodo di frequentare definitivamente i corsi di istruzione.
Anche i dati su studentesse e studenti non sono positivi: nel mondo circa 300 milioni di loro sono destinati a non acquisire le competenze di base in matematica e alfabetizzazione, necessarie per affermare un progetto di vita autonomo, consapevole e gratificante.
Istruzione e disuguaglianza
Non si tratta certo buone notizie per le future generazioni e la loro capacità di conoscere il mondo e inserirsi in sistemi produttivi sempre più complessi, garantendosi un livello socio-economico e sanitario almeno decoroso.
Queste statistiche evidenziano inoltre la forte disparità tra le parti del mondo. La carta UNESCO mostra il tasso di completamento dell'istruzione primaria, cioè la percentuale di persone di 3-5 anni che hanno completato l'istruzione primaria. Nonostante i sensibili progressi, è evidente la situazione critica di gran parte dell’Africa e di parte dell’Asia centrale.
Istruzione, che fare?
Il Goal 4 riveste una particolare importanza perché fare dell’educazione un obiettivo delle politiche sociali di ogni Paese può favorire la nascita di una cittadinanza globale, attraverso la conoscenza, lo scambio di opinioni e il dialogo.
Questo obiettivo ha quindi un’importanza strategica ed è strettamente legato alla lotta alla povertà. Le proiezioni sostengono che se tutti gli adulti finissero le scuole secondarie, sarebbero sottratti alla povertà circa mezzo miliardo di individui, un traguardo purtroppo ancora lontano.
Non esiste un rapporto di causa-effetto tra reddito e abbandono scolastico, ma gli studi hanno evidenziato come l’istruzione della popolazione sia uno dei prerequisiti per la crescita economica di un Paese. Purtroppo le disparità nell’ambito dell’educazione sono difficili da colmare e ancora oggi vi sono Paesi dove l’accesso all’istruzione rimane solo un sogno.
Il grafico qui sotto sintetizza con la correlazione tra il reddito nazionale lordo e il tasso di scolarizzazione dei bambini. È evidente come i Paesi più poveri presentano tassi di abbandono scolastico significativamente più alti rispetto ai Paesi con livelli più alti di reddito.
La sfida della tecnologia
Lo sviluppo tecnologico-digitale, che caratterizza molti aspetti del mondo contemporaneo, rappresenta una concreta opportunità per diffondere un grado di istruzione qualitativamente elevato in tutto il mondo. Purtroppo si registra spesso un significativo ritardo nella preparazione (alfabetizzazione digitale) dell’istituzione scolastica e degli insegnanti. La sfida è lanciata: le nuove generazioni possono raccoglierla e rispondere adeguatamente ai nuovi saperi e i nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione.
Resta da sottolineare inoltre il fatto che l’educazione oggi ormai va considerata come “permanente”, deve cioè continuare per tutta la vita, perché il mondo contemporaneo, per partecipare attivamente alla vita sociale, richiede competenze sempre più complesse e specialistiche.
Le differenze di genere
Tra le criticità, anche la differenza di genere incide sulla qualità dell’istruzione: donne e ragazze, in diverse aree del mondo, sono ancora sfavorite ed emarginate, senza la possibilità di accedere ai sistemi di scolarizzazione. E anche nei contesti contrassegnati da una condizione socio-economica più stabile e progredita, la condizione femminile nelle istituzioni formative e nel mondo del lavoro patisce ancora di inadeguatezze e penalizzazioni.
Questa carta UNESCO illustra la parità di genere nelle iscrizioni all'istruzione primaria.
L'importanza delle risorse economiche
Per raggiungere il Goal 4, il finanziamento dell'istruzione deve diventare una priorità di investimento nazionale, con lo scopo di rendere l'istruzione gratuita e obbligatoria, aumentare del numero di insegnanti, migliorare le infrastrutture scolastiche di base e sostenere la trasformazione digitale.
I traguardi
Per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo e razionalizzare gli interventi da attuare, l’Agenda 2030 ha suddiviso questo goal nei seguenti 13 target, qui sintetizzati:
4.1 Assicurarsi che tutti, ragazzi e ragazze, completino un’istruzione libera, equa e di qualità che porti a un efficace apprendimento.
4.2 Assicurarsi che tutti i bambini abbiano uno sviluppo infantile precoce di qualità con accesso alla scuola dell’infanzia.
4.3 Garantire a tutti la parità di accesso ad un’istruzione di qualità tecnica, professionale e di terzo livello, compresa l’Università, a costi accessibili.
4.4 Aumentare il numero di persone con competenze necessarie per lavori dignitosi e per la capacità imprenditoriale e per la vita.
4.5 Eliminare le disparità di genere nell’istruzione e garantire la parità di accesso ai più vulnerabili (persone con disabilità, popolazioni indigene e bambini).
4.6 Assicurarsi che tutti i giovani e una parte sostanziale di adulti, uomini e donne, raggiungano l’alfabetizzazione e l’abilità di calcolo.
4.7 Assicurarsi che tutti acquisiscano conoscenze e competenze per promuovere lo sviluppo sostenibile.
4.a Adeguare le strutture scolastiche alle esigenze di tutti e fornire ambienti di apprendimento sicuri, non violenti, inclusivi ed efficaci.
4.b Espandere il numero di borse di studio, in particolare nei Paesi meno sviluppati.
4.c Aumentare l’offerta di insegnanti qualificati, anche attraverso la cooperazione internazionale, in particolare nei Paesi meno sviluppati.
Focus - Istruzione e migrazione
I fenomeni migratori interagiscono in diversi modi con l’istruzione: da un lato lo spostamento in un altro luogo di vita può interrompere un percorso di studi; dall’altro la migrazione può aprire orizzonti più favorevoli in termini di opportunità di formazione e apprendimento.
Alcuni bambini, infatti, che migrano da zone con un livello basso di istruzione possono avere accesso a occasioni altrimenti non disponibili e talvolta l'istruzione e il desiderio di una vita migliore sono fattori fondamentali nella scelta di migrare. Spesso accade, però, che il rendimento di questi studenti migranti registra un certo ritardo rispetto alla preparazione dei coetanei originari del Paese ospitante.
Questi aspetti sono stati presentati e discussi in uno dei report del Global Education Monitoring (GEM), in cui si è decretata anche la necessità da parte dei governi di adottare politiche a favore del diritto allo studio per gli studenti migranti.