11 - Città e comunità sostenibili
Città e comunità sostenibili, a che punto siamo?
Il Goal 11 dell’Agenda 2030 punta a creare condizioni di vita sostenibili nelle città e nelle comunità. Si stima che nel 2030 cinque miliardi di persone vivranno in contesti urbani: rendere le città vivibili per tutti, inclusive, sostenibili e sicure è un passo importante per gli obiettivi dell’Agenda 2030.
Sebbene ponga in particolare evidenza la situazione delle città, questo Goal ha un orizzonte più ampio ed è trasversale ad altri obiettivi. Mira infatti a estendere a tutti l’accesso ai servizi essenziali, a una casa sostenibile e resiliente in un ambiente green, a salvaguardare il patrimonio culturale, a proteggere dalle calamità.
Le città sono centri attrattivi: offrono infatti molte più opportunità di lavoro delle aree rurali e concentrano servizi e tipologie di attività che altrove sono più rari o non disponibili. Si comportano quindi come degli hub, che calamitano e smistano i flussi delle merci e delle persone.
Le città occupano solo il 3% circa della superficie terrestre del pianeta, ma ospitano più della metà della popolazione mondiale (circa 4 miliardi di persone), un tasso che si prevede raggiungerà il 70% entro il 2050. Nonostante questa esigua estensione, sono responsabili del 60% del consumo di energia e risorse, e del 70% delle emissioni di carbonio nell’atmosfera. Dunque la rapida urbanizzazione, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, esercita una forte pressione sull’ambiente, specialmente per la gestione dei sistemi di fornitura delle acque dolci e di smaltimento delle acque reflue.
Disuguaglianze, inquinamento e servizi di base
Oggi vivere in città non significa necessariamente vivere bene. Nella loro complessa struttura le città presentano grandi rischi legati alla congestione, alla mancanza di servizi di base, alla carenza di alloggi adeguati, a infrastrutture in declino e all'inquinamento atmosferico e ambientale.
Slums
Un primo aspetto critico riguarda l’aumento delle persone che vivono nelle baraccopoli, ai margini delle grandi città. Questo fenomeno è evidente nei Paesi in rapida crescita economica che conoscono un inurbamento rapido e selvaggio. Le baraccopoli sono aree inadeguate, sovraffollate e caratterizzate da emergenze socio-sanitarie, servizi scadenti e alti livelli di inquinamento. Oggi 1,1 miliardo di persone vive nei bassifondi e la maggior parte di loro si trova nell'Asia orientale e sud-orientale.
Inquinamento ed emergenza sanitaria
Un altro aspetto che riguarda il fenomeno dell’urbanizzazione non controllata è quello del degrado atmosferico e ambientale. La vita di una città, se non governata adeguatamente, può generare molti scompensi e disequilibri nell’utilizzo delle risorse ambientali ed energetiche.
Tutto questo ha delle ripercussioni anche sullo stato di salute degli abitanti delle città. Il fenomeno di un'urbanizzazione spinta è infatti indicato come una delle cause delle crisi sanitarie degli ultimi anni.
Secondo recenti dati dell'OMS, circa il 90% degli abitanti delle città respira aria non pulita e non beneficia di spazi di verde pubblico. Anche se alcune grandi città (come Parigi, Stoccolma, Barcellona...) hanno dimostrato interesse alla causa green, investendo per esempio in veicoli pubblici elettrici e modalità di mobilità sostenibile, a causa dell'inquinamento dell'aria e dell’ambiente sono morte milioni di persone. Oltre la metà della popolazione urbana mondiale è esposta a livelli di inquinamento atmosferico almeno 2,5 volte superiori agli standard di sicurezza. Progettare uno sviluppo urbano compatibile con l'ambiente ha quindi anche un significato preventivo in campo sanitario.
La carta tematica dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) mostra un aspetto particolarmente importante per l'inquinamento dell'aria: l'esposizione a concentrazioni di PM2,5, le polveri sottili di dimensioni molto piccole disperse nell'atmosfera che possono provocare infiammazioni delle vie respiratorie e danni sistema cardiocircolatorio.
Quando viene investita da problemi sanitari, la città mostra gravi fragilità. A causa dell'alto grado di concentrazione delle persone e della loro contiguità, il contesto urbano consente al morbo di propagarsi molto velocemente. È il caso della recente pandemia di COVID-19 che ha visto l'epicentro del contagio nella città cinese di Wuhan, di oltre 10 milioni di abitanti. Altre metropoli come New York sono state colpite in modo particolare dalla furia del coronavirus e storicamente i centri urbani sono stati spesso teatro di tragedie legate alle grandi epidemie di peste, tifo e colera.
L'inquinamento urbano in Italia
In particolare, è l’inquinamento atmosferico nelle grandi città a risultare ancora fuori dagli standard. Già nel 2018 l’Italia è stata richiamata dalla Corte di giustizia europea per il superamento dei limiti di PM10 e nel 2019 per quelli del biossido d’azoto.
L'ultimo rapporto di Legambiente Mal’aria di città 2023, che analizza lo stato dell’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia, denuncia un abbassamento troppo lento dei livelli di inquinamento atmosferico nelle città italiane. I valori italiani non rispettano né i limiti delle concentrazioni da non superare per tutelare la salute delle persone stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, né la revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che ha rivisto al ribasso i limiti che dovremo rispettare nel prossimo futuro (dal 1° gennaio 2030).
Rispettare questi limiti normativi sulla qualità dell’aria è una condizione necessaria per attuare un serio risanamento dell’ambiente e dell’aria che ci circonda. L'attuale situazione italiana non è sufficiente per tutelare la salute delle persone.
Va però registrato che, negli ultimi anni, l’Italia si è focalizzata sulle politiche attive in favore dell’ambiente urbano. Questo è accaduto, per esempio, per la tutela e lo sviluppo del verde pubblico: recentemente è stata approvata la “Strategia nazionale per il verde urbano”. Questo documento programmatico, coerentemente con le caratteristiche ambientali, storico-culturali e paesaggistiche dei luoghi, si basa su tre elementi:
- espandere le aree verdi;
- ridurre le superfici asfaltate;
- adottare le foreste urbane come riferimento strutturale e funzionale del verde urbano.
Il caso della Pianura Padana
Questa animazione dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) mostra le concentrazioni di PM10 (particolato con un diametro medio di 10 micrometri o meno) nella Pianura Padana dal 1° gennaio al 31 gennaio 2024. il PM10 è inalabile e può avere un impatto sulla salute respiratoria. La conformazione geografica della Pianura Padana e le condizioni meteorologiche contribuiscono al forte accumulo di PM10.
All'inizio del 2024 si sono verificati diversi casi di superamento della soglia critica, evidenziando una tendenza preoccupante per la salute dell'ambiente e della popolazione.
Servizi di base
Un terzo aspetto riguarda i servizi. Le grandi città svolgono attività fondamentali per la vita della comunità: assistenza sanitaria, raccolta dei rifiuti, gestione dei sistemi idrici, costruzione e manutenzione delle strade e molto altro…
Tra questi servizi, il trasporto pubblico è un essenziale per gli abitanti urbani e per la crescita economica e l'inclusione sociale. I dati del 2022 rivelano che solo il 51,6% della popolazione urbana globale ha un comodo accesso al trasporto pubblico, con notevoli differenze regionali. Paesi e città, in particolare nei Paesi a basso e medio reddito, hanno ancora molta strada da fare per sviluppare sistemi di trasporto sicuri, economici, accessibili e sostenibili.
Città e comunità sostenibili, che fare?
Le città sono crocevia di idee, persone, commerci, culture, produttività e molto altro. Nella storia umana i centri urbani hanno rappresentato un’occasione di progresso sociale ed economico.
È necessario immaginare e realizzare un futuro in cui le città offrano l’opportunità di una vita dignitosa e libera a tutti, garantendo l’accesso ai servizi di base, energia, alloggi, trasporti, spazi verdi.
Rendere le città sostenibili significa creare opportunità di crescita economica, alloggi sicuri e convenienti, sostenendo società resilienti ed economie efficienti. Tutto ciò implica investimenti mirati nel trasporto pubblico, la creazione di spazi pubblici verdi, la gestione illuminata delle risorse energetiche e il miglioramento del coinvolgimento degli abitanti in modo partecipativo e inclusivo. Per raggiungere l'Obiettivo 11, gli sforzi devono concentrarsi sull'attuazione di politiche e pratiche di sviluppo urbano inclusive, resilienti e sostenibili.
La posizione dell’ONU
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (UN-Habitat), che si impegna per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, le città si sono dimostrate il centro focale del cambiamento. La mancanza di un’adeguata struttura di governance e di controllo riducono però la possibilità di uno sviluppo urbano sostenibile a lungo termine.
Tra gli altri obiettivi, questo ente dell’ONU ha puntato l’attenzione sulle politiche abitative. Ha infatti stimato che, entro il 2030, 3 miliardi di persone (circa il 40% della popolazione mondiale) avranno bisogno di un alloggio adeguato ed economicamente accessibile. Ancora oggi troppe persone (circa 100 milioni) in tutto il mondo sono senza casa e una persona su quattro vive in condizioni di disagio e rischio per la propria salute e sicurezza.
Perché questa insistenza su un tema apparentemente secondario? La risposta sta nel fatto che la disponibilità di alloggi è una condizione fondamentale per l'accesso all'occupazione, all'istruzione, alla salute e ai servizi sociali. Per questo le politiche urbane dovrebbero mettere l’abitazione e il diritto alla casa al centro della loro attenzione.
Un progetto di urbanità sostenibile
Tra le numerose iniziative patrocinate dall’ONU per lo sviluppo sostenibile delle città, nel 2020 un ambizioso progetto di gestione dei rifiuti solidi è stato avviato in Giordania. Sessanta donne sono state assunte in una struttura di raccolta e smaltimento finanziata dal governo del Canada e realizzata dall'UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo) in collaborazione con l'amministrazione locale. Un esempio concreto della trasversalità del Goal 11, che in questo caso ha permesso di raggiungere un obiettivo di sostenibilità urbana (riciclo dei rifiuti) ottenendo anche un risultato legato alla parità di genere (occupazione femminile).
I traguardi
L’Agenda 2030 ha suddiviso questo goal in dieci target, qui sintetizzati, che evidenziano le situazioni di criticità sociale e ambientale nei contesti urbani. Entro il 2030 si chiede di:
11.1 Garantire alloggio e servizi di base adeguati, sicuri e convenienti e l’ammodernamento dei quartieri poveri.
11.2 Fornire sistemi di trasporto sicuri, sostenibili, e convenienti per tutti, ampliare i mezzi pubblici, in particolare per donne, bambini, persone con disabilità e anziani.
11.3 Aumentare l’urbanizzazione inclusiva e sostenibile e la capacità di pianificazione e gestione partecipata e integrata.
11.4 Proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo.
11.5 Ridurre il numero di morti e di persone colpite da calamità, con una particolare attenzione alla protezione dei poveri e delle persone in situazioni di vulnerabilità.
11.6 Ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti.
11.7 Fornire l’accesso a spazi verdi pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per le persone in situazioni di vulnerabilità.
11.a Sostenere rapporti economici, sociali e ambientali positivi tra le zone urbane, periurbane e rurali, rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale.
11.b aumentare notevolmente il numero di città e di insediamenti umani che adottino e attuino politiche e piani integrati verso l'inclusione, l'efficienza delle risorse, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la resilienza ai disastri, lo sviluppo e l’implementazione, in linea con il “Quadro di Sendai per la Riduzione del Rischio di Disastri 2015-2030”, la gestione complessiva del rischio di catastrofe a tutti i livelli.
11.c Sostenere i Paesi meno sviluppati, anche attraverso l’assistenza tecnica e finanziaria, nella costruzione di edifici sostenibili e resilienti che utilizzino materiali locali.
Focus - Il progetto digitale Agente 0011
Proprio il Goal 11 dell’Agenda 2030, che punta alla creazione di città inclusive e sostenibili, è alla base del progetto “Agente 0011 – Il futuro nelle tue mani”.
Si tratta di un’iniziativa di didattica digitale che ha l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere la comprensione e la mobilitazione dei più giovani sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. È dedicata a tutte le scuole italiane e alle associazioni giovanili e sportive, ed è pensata per bambini e ragazzi di diverse fasce d’età (5-10 anni, 11-13 anni, 14-19 anni). Nata in occasione di Expo 2015, prevede una nuova edizione tutti gli anni.
Facendo leva sul principio della condivisione, questo spazio digitale e interattivo coinvolge ragazze e ragazzi di tutta Italia stimolandoli a scambiarsi idee, opinioni e buone prassi per contribuire attivamente all’elaborazione e alla diffusione di una cultura della sostenibilità e dell’inclusione.
Per partecipare a questo “educational social network”, in cui classi e gruppi imparano a conoscere e a sperimentare i valori degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, bisogna registrarsi nell’apposita pagina del sito. Il progetto, che ogni anno dal 2015 coinvolge numerose classi italiane, è stato realizzato in collaborazione con il MIUR.