3 - Salute e benessere

Salute e benessere, a che punto siamo?

Salute e benessere è il terzo goal dell’Agenda 2030, una sfida importante contro le malattie e le condizioni di estremo malessere che mira a garantire in tutto il mondo un medesimo standard di prevenzione, assistenza e cura, annullando l’ingiusto divario tra Paesi ricchi e poveri e le disuguaglianze socio-economiche interne ai Paesi.

Proteggere la salute materna e quella infantile, porre fine alle malattie trasmissibili e al disagio mentale, combattere le conseguenze di fumo e sostanze stupefacenti: l’obiettivo salute è ambizioso ma è imprescindibile per dare all’umanità un futuro stabile, sano e felice.

La salute dell’uomo ha fatto enormi progressi negli ultimi secoli. A livello mondiale, l’aspettativa di vita alla nascita è andata progressivamente aumentando: nell’età preindustriale si aggirava attorno ai 30 anni; all’inizio del terzo millennio era pari a 66,8 anni; tra il 2000 e il 2020 è aumentata sensibilmente arrivando a 72 anni.

Secondo le recenti statistiche dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (World health statistics 2023) nel periodo 2000-2020 si è registrato anche un aumento della probabilità di vita fino a 60 anni (da 74,8 anni nel 2000 a 81,4 nel 2020). La proiezione statistica fino al 2048 prevede un incremento generale di questi due indicatori.

Aspettativa di vita alla nascita e aspettativa di vita sana, nel periodo 2050-2048. (Fonte: World Health Statistics 2023, OMS)

Un salto gigantesco dovuto al diverso stile di vita che ha portato a un sensibile calo dei decessi. In particolare si registra un efficace trattamento dell'HIV, che dal 2010 ha ridotto del 52% i decessi legati a questa malattia, oltre al fatto che alcune malattie tropicali sono state contrastate con successo. Il dato più significativo è il calo della mortalità infantile, come dimostrano i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità.

Tra miglioramenti e disuguaglianze

Se, però, in media la vita media è aumentata notevolmente, rimangono forti le differenze a livello planetario. Come è evidente dalla carta riportata sopra, la distribuzione geografica del tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni i bambini è molto diseguale: in Europa o negli Stati Uniti le persone possono sperare di vivere molto più a lungo di quelli che nascono in un Paese dell’Africa centrale o dell’Asia sud-occidentale (dove muore 1 bambino su 15 prima dei 5 anni).

Nei Paesi a basso reddito l’aspettativa di vita alla nascita è inferiore di 18,1 anni rispetto ai Paesi ricchi, le morti delle donne legate alla maternità sono ancora consistenti (1 ogni 41) e un terzo dei bambini soffre di malnutrizione con un conseguente basso tasso di crescita. Una situazione che fotografa un divario ancora troppo importante che divide ingiustamente l’umanità.

La pandemia COVID-19 ha allontanato i traguardi del Goal 3. Per esempio, le vaccinazioni infantili hanno subito il più grande calo negli ultimi tre decenni e i decessi per tubercolosi e malaria sono aumentati rispetto ai livelli pre-pandemici.

La pandemia ha inoltre evidenziato l'accesso disuguale ai vaccini: se infatti si è arrivati a ottenere in tempi rapidissimi dei vaccini efficaci, la distribuzione mondiale è stata rallentata dalle norme relative alla proprietà intellettuale da parte delle industrie farmaceutiche, per cui la distribuzione del vaccino ha seguito più le logiche economiche e di mercato che non quelle sanitarie.

Salute e benessere, che fare?

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS o WHO) è l’agenzia dell’ONU che si occupa della salute della popolazione umana con l’obiettivo di portare tutta la popolazione mondiale al miglior livello di salute e benessere possibile.
Se i progressi degli ultimi decenni nel miglioramento della salute di milioni di persone rappresentano un dato confortante, va sottolineato però che alcuni ambiti restano ancora deficitari e destano grande preoccupazione.

In particolare segna il passo la lotta ad alcune pericolose malattie infettive, come la malaria e la tubercolosi (20 milioni di bambini in tutto il mondo non sono stati sottoposti alla profilassi antimalarica e non hanno ricevuto le vaccinazioni salvavita), o ai danni provocati da droghe e tabacco.

Tra gli aspetti che rallentano il raggiungimento dell’obiettivo salute dell’Agenda 2030 riveste un ruolo importante la disuguaglianza economica che priva moltissime persone nel mondo della possibilità di accedere ai servizi sanitari essenziali, relegandole in uno stato di estrema privazione. Il terzo goal è infatti strettamente collegato al primo e al secondo: povertà, mancanza di cibo e malnutrizione privano di buona salute e benessere.

Investimenti necessari

Gli sforzi, quindi, oltre che essere concentrati sulla fornitura di assistenza medica, devono andare anche nella direzione di una diffusa copertura finanziaria per soddisfare i bisogni legati alla salute. È necessario aumentare gli investimenti nei sistemi sanitari per sostenere i Paesi nella loro ripresa e costruire la resilienza contro future minacce sanitarie future.

Nell’ultimo periodo, inoltre, i cambiamenti climatici costringono parte della popolazione mondiale a vivere in una situazione sanitaria sempre più carente e compromessa, esponendole al rischio di epidemie, alla carenza di servizi igienici adeguati e alla mancanza di un’assistenza sanitaria efficace.

Infine si sono manifestati con maggiore intensità fenomeni climatici legati all’inquinamento, un elemento che può influire negativamente sulle condizioni di salute di milioni di persone, poiché le alterate condizioni ambientali sono causa di patologie e neoplasie.

I traguardi

Mille le sfaccettature del benessere, dalla durata della vita alla riduzione delle malattie, alla possibilità di accedere a servizi sanitari… E per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo, l’Agenda 2030 ha suddiviso questo goal in 13 target, qui sintetizzati:

3.1 Ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per 100.000 nati vivi

3.2 Ridurre la mortalità neonatale sotto 12‰ dei nati vivi e, per i bambini al di sotto dei 5 anni, a meno del 25‰ dei nati vivi

3.3 Porre fine alle epidemie (AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali), combattere l’epatite, le malattie legate all’uso dell’acqua e altre malattie trasmissibili

3.4 Ridurre di un terzo la mortalità prematura attraverso prevenzione e cura, promuovere la salute mentale e il benessere

3.5 Rafforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze (stupefacenti, alcool, ecc.)

3.6 Dimezzare entro il 2020 i decessi e le lesioni da incidenti stradali

3.7 Garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie nazionali

3.8 Conseguire una copertura sanitaria universale, l’accesso a servizi sanitari essenziali, a farmaci (sicuri, efficaci, di qualità) a prezzi accessibili e vaccini per tutti

3.9 Ridurre decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da inquinamento e contaminazione di aria, acqua e suolo

3.a Rafforzare l’attuazione della “Convenzione quadro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità” sul controllo del tabacco

3.b Sostenere ricerca e sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i Paesi in via di sviluppo in conformità con la Dichiarazione di Doha sull’Accordo TRIPS e la salute pubblica

3.c Aumentare il finanziamento della sanità e il reclutamento, lo sviluppo, la formazione e il mantenimento del personale sanitario, soprattutto nei paesi meno sviluppati

3.d Rafforzare la capacità, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, per la prevenzione, la riduzione e la gestione dei rischi per la salute nazionale e globale